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Un bouquet regale, intenso e complesso con aromi di frutta matura e leggermente speziato.


Enrico Di Giulio, enologo e, Pasquale Di Giulio, viticoltore, entrambi fondatori di Tenute Di Giulio e Borgo di Colloredo, ci raccontano come è nato lo Chardonnay IGT “Giulia”.

Una tenuta con una lunga tradizione, nata nel 1960 grazie alla lungimiranza del papà Silvio Di Giulio che, comprendendo il grande valore delle terre molisane, decise di iniziare l’allevamento dei vigneti tipici di questa regione.

Immersi nel verde del Borgo di Colloredo (Campomarino, Molise), si respira la storia dei vigneti che lo abitano e la loro identità. Ma prima di addentrarci pienamente nella Tenuta, è necessario conoscere l’ampelografia dei vigneti della regione.


Il Molise ed i suoi vigneti 

Una piccola regione quella del Molise ma dalla forte vocazione vitivinicola.
Tra tutti gli allevamenti primeggia il “Tintilia”, un antico vitigno autoctono a bacca nera che ha rischiato di scomparire e riportato alla “luce” solo grazie alla sapienza di alcuni viticoltori illuminati.

Sempre a bacca nera, ad affiancare il Tintilia, troviamo l’Aglianico, il Montepulciano, il Sangiovese, ed il Ciliegiolo ai quali si aggiungono gli internazionali Cabernet Sauvignon e Pinot Nero.

Sono dieci, invece, i principali vitigni a bacca bianca che abitano il Molise. Cinque internazionali, lo Chardonnay, il Sauvignon, il Pinot Bianco, il Pinot Grigio ed Riesling e cinque locali, la Falanghina, il Greco, la Malvasia Bianca Lunga, il Bombino bianco ed il Trebbiano Toscano.

In passato, il sistema di allevamento più utilizzato era il tendone, oggi invece predominano i sistemi moderni come guyot, cordone speronato e controspalliera.


Le due IGT, la Osco e La Rotae e le quattro DOC del Molise

La IGT Osco o Terra degli Osci comprende la provincia di Campobasso mentre la Rotae fa riferimento alla provincia di Isernia, dove troviamo anche l’unica denominazione di origine dell’Alto Molise, la DOC Pentro o Pentro di Isernia.

Ed è invece in provincia di Campobasso che si annovera la più alta concentrazione di denominazioni di origine con il Biferno DOC, il Tintilia DOC ed il Molise DOC.

E dunque, con questo panorama ampelografico che Enrico Di Giulio e Mario Ercolino, compongono  la loro sinfonia di vini lasciando che ad esprimersi siano le “note” sensoriali dei vitigni che passano attraverso le mani esperte del fratello Pasquale Di Giulio.

Il vino deve esprimersi attraverso la propria identità territoriale e l’enologo deve essere un direttore discreto dell’ autentica espressione sensoriale dei vigneti.
Nulla di più semplice, nulla di più difficile.

(Enrico Di Giulio)


Giulia

Una filosofia che si manifesta pienamente nel suo Chardonnay “Giulia” (IGT Terra degli Osci). Affinato in legno per 6 mesi, “Giulia”  è uno Chardonnay in purezza pieno ed intenso di grande equilibrio, morbidezza ed armonia e con un ottima persistenza.

Il suo bouquet complesso con aromi di frutta matura e le sue dolci note di vaniglia e cuoio giovane, ci immergono nei climi temperati tipici di questi vitigni. Uno Chardonnay che si esprime da solo, senza sovrastrutture e che in abbinamento a risotti, carni bianche o dessert di sfoglia leggera, ci regala tutta la sua eleganza.

Uno Chardonnay “vestito ad arte” e che sposa l’idea originaria di chi lo ha creato:

 

volevamo realizzare uno Chardonnay in purezza che rispettasse le sue origini ma al contempo moderno e attuale, vestendo anche la bottiglia con un etichetta, dove al  design moderno si accompagnassero i simboli retrò tipici degli anni’60. E quando ho visto il disegno di mia figlia “Giulia”, io ed il mio consulente di design non abbiamo avuto dubbi a sceglierlo per vestire la bottiglia di Chardonnay, ancor prima che il disegno si aggiudicasse il primo premio ad un concorso scolastico”.

 

Sempre a bacca bianca, in Tenuta di Giulio, degustiamo altre due IGT: l’“Osco” e il “Traminer”. Il primo, un Pinot grigio 85%, è morbido con sentori di frutta a pasta gialla come pesca e melone. Il secondo invece, un Traminer in purezza che sfida le Doc Trentine è una sorpresa per il palato con il suo gusto armonico e vellutato, aromatico e delicatamente speziato. Un Traminer che abbraccia tutte le note sensoriali tipiche del vitigno.


Vigneti a bacca bianca

Vini bianchi puliti ed eleganti, che rispecchiano l’attenzione che la Tenuta Di Giulio riserva a queste uve a bacca bianca e, infatti, sono proprio i bianchi a primeggiare nella sua azienda.

Così come accade per il “Gironia” Biferno DOC bianco ed il Molise Falanghina. Il Gironia è una composizione equilibrata di Trebbiano e Malvasia. Il suo profumo si apre con note di frutta tropicale e sentori spezzati e minerali. Un Biferno bianco, fresco, sapido e morbido in cui ritroviamo tutti gli elementi del terroir molisano.


Vigneti a bacca rossa

Continuando la nostra passeggiata nel Borgo di Colloredo, ci soffermiamo sui vigneti a bacca rossa: Biferno e Tintilia.
Il Biferno nella sua versione rossa, prende una connotazione di prestigiosa finezza, anche grazie al suo affinamento in barrique di 24 mesi. Ottenuto da uve Montepulciano 80% ed Aglianico 20% , il Gironia Biferno Doc Riserva, è un vino di grande struttura, intenso e con note di dolce speziatura, cioccolato e liquirizia. Non mancano i sentori di confettura e frutti rossi maturi come amarena e prugna che ben si armonizzano con il suo bouquet etereo.

La sua consistenza gusto-aromatica la si apprezza pienamente in abbinamento a carni rosse, brasati o formaggi stagionati e piccanti.

Dell’unico vitigno autoctono del Molise, il Tintilia, la famiglia Di Giulio ci dice:

 

è stata una sfida riportare alla luce questa uva a bacca rossa, resistente, poco vigorosa ma con un elevato potenziale. Una sfida che abbiamo accettato esaltando il suo carattere rustico e la sua aromaticità

 

Nasce così, il Molise Tintilia DOC.
Dal colore rosso rubino con riflessi violacei, tratti evidenti della sua stessa bacca nera-bluastra.
Un vino molto particolare, con eleganti note speziate e dal retrogusto dolce con sentori di marasca.


Il Borgo

A conclusione della nostra visita, ci soffermiamo ad ammirare le linee ottagonali che delimitano il Borgo, e quello stemma delle armi gentilizie di casa D’avalos tuttora visibile sulla porta della chiesa di Madonna Grande. E comprendiamo come in quel Borgo, la famiglia Di Giulio, ha saputo tracciare quella linea di continuità tra passato e presente, tra tradizione ed innovazione e nel pieno rispetto dell’amore della loro terra.

Perché non c’è un buon vino senza l’esaltazione delle diversità territoriali.

 

Il piacere della differenza.


Info e collegamenti

Info Azienda

Cantine Borgo di Colloredo S.r.l.
Via Colloredo, 15
86042 Campomarino (CB) | ITALY

Web site

www.borgodicolloredo.com

Dove puoi trovarli:

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Una bella degustazione

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